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INTRODUZIONE:                                                             
Sono   in
compagnia del nostro Vicesindaco, Franco Oranges,  per 
rivolgergli alcune domande circa un argomento che tiene in ansia  tutta la popolazione calabrese:  il rischio Trivellazioni nel nostro mare.
D.  Noi ragazzi    a
scuola abbiamo appreso la notizia delle concessioni da parte del nostro governo
 e dell’esistenza di almeno 7 richiese
per poter trivellare il  mare Ionio per
ricercare il famoso ”ORO NERO”. Da quanto tempo balenava nell’aria tra le
autorità calabresi questa proposta?                                                             
 R. Che sia balenata o no, abbiamo avuto certezza prima dell’estate
scorsa dell’intenzione del governo di sottoporre a trivellazioni i mari  dell’Italia alla ricerca di idrocarburi.  Noi ci siamo prontamente attivati in senso
sfavorevole perché trivellare il mare  costituisce un assalto alla prima grande ricchezza
del nostro territorio che è il  mare.
D. Sappiamo che la O.L.A (Organizzazione
Lucana ambientalista ) ha reso noto sul bollettino ufficiale delle geo-risorse  come siano stati pubblicati   le concessioni  di ricerca nel nostro mare di  idrocarburi 
 e l’istanza di permesso richiesto
dalla società Schlumberger relativo alle trivellazioni . Nonostante i pareri
contrari dei Comuni calabresi,  lei può
spiegarci come il nostro Sindaco ha  accolto
tali proposte  e come sono i termini
della questione attualmente?
R. Attualmente noi siamo sul No, tant’è
che il nostro assessore all’ambiente, Marisa Chiurco, si è prontamente attivata  con tutti i mezzi e con tutti gli strumenti per far sì che la voce del No si
facesse più eclatante e per impedire i possibili consequenziali  danni alla salute dell’ambiente e dei
cittadini .
D. In realtà è proprio così!  Tutti sappiamo  dei rischi cui andrebbe incontro il Mar
Ionio, fino ad oggi inesplorato e incontaminato,   con la sua  flora e fauna 
marina, senza trascurare, in effetti, i rischi verso la nostra
salute!  Lei cosa ne pensa?
R. Noi miriamo all eco-ambiente e, quindi, alla sua
salvaguardia da qualsiasi forma grave di contaminazione. 
D. Signor Vicesindaco a quale prezzo
viene esposto il nostro territorio al rischio trivellazioni? Secondo lei il gioco vale la candela?
R. Noi,  purtroppo, da un po’ di anni a questa parte
siamo costretti a subire decisioni che vengono prese senza un reale ed
effettivo confronto con le realtà locali. 
Le decisioni quasi ci piovono addosso  perché appaiono incontestabili e, quindi,  siamo costretti  a subirne il 
rischio, senz’altro immane perché se il mare venisse trivellato i danni
sarebbero  davvero inimmaginabili per la
flora e la fauna marina,  per l’economia
del porto, dei pescatori, delle realtà locali e del turismo e per la salute
dell’uomo soprattutto: il mare non  sarebbe
più bello e pulito come lo è adesso, ma pieno di scorie radioattive e gas
cancerogeni.
D. Cosa ne sarebbe,  secondo lei, 
di coloro che nel nostro paese  vivono di pesca?
R. Come dicevo prima, sarebbe seriamente
pregiudicata l’economia del nostro territorio, che si fonda non solo
sull’agricoltura , ma   anche sulla
pesca.  Noi abbiamo una flotta
peschereccia  che è una delle più grosse
del Mediterraneo e del Meridione,  con
l’assalto delle trivellazioni sicuramente tutto verrebbe ad essere compromesso.
D.  Regalare il Mar Ionio alle diverse compagnie
petrolifere porterebbe, a dire di Renzi,  l’aumento di posti di lavoro  ma, signor vicesindaco, secondo lei e secondo
il nostro Comune,  vale la pena    per
una manciata di posti di lavoro andare
incontro,  oltre ai diversi rischi
idrogeologici, a malattie e morte,  senza, comunque,  risolvere la piaga-occupazione in Calabria?
R. Certo la Calabria vive un grave
disagio socio-  economico,  ma  ciò
non significa che  dobbiamo svendere
quello che madre natura ci ha regalato. 
Ogni scelta, ogni decisione,  a
nostro modesto avviso,   del Sindaco,  dell’intera giunta e  di tutto il Consiglio Comunale  va presa in maniera sinergica.   Noi non possiamo, comunque, rinunciare alla  bellezza paesaggistica, alle risorse
incontaminate, agli  alimenti  sani, 
all’  aria pulita, alla nostra
salute!   
D. Secondo Lei la scuola può rendersi
utile come istituzione, per poter arrestare la corsa alle trivellazioni? Cosa
potrebbe fare  di concreto per evitare
che si mettano le mani sul nostro mare?
R. Tutti hanno il diritto e il dovere di
dare voce e, quindi,  di contribuire a
far sì che il nostro ambiente, il nostro mare,  la nostra natura siano tutelati e
salvaguardati da pericoli  che con il
semplice contentino di una paventata ricchezza possono essere seriamente
pregiudicati.  La scuola  è il primo gradino,  il primo centro di educazione dei cittadini e,
quindi, anche i bambini che si affacciano alla vita devono dare sicuramente il
proprio contributo, sempre mirato alla tutela del benessere collettivo.
D.  Noi
ragazzi,allora, possiamo far giungere alta la nostra voce alle autorità per
fermare il rischio trivellazioni e  quale
sarà il suo impegno , quello del sindaco e del Comune tutto per salvare il
nostro mare?
R. L’impegno delle scuole, soprattutto
delle nuove generazioni,  alle quali
vanno inculcati il senso del dovere e  del vivere civile, sarà quello di dare un
grossissimo contributo.  Ripeto:  ogni discorso, ogni domanda  è collegata all’altra da un filo di coerenza e
da un filo di continuità, non ci può essere decisione se  questa prima non viene valutata e affrontata
insieme, sentendo le voci di tutti, soprattutto di chi si trova a recepire  decisioni che allo Stato sembrano drastiche.
L’impegno di un Sindaco e di tutta la sua amministrazione  è sicuramente mirato a tutelare gli interessi
della collettività,  pertanto, è
finalizzato, a tutelare  le  nostre risorse naturali affinché  non siano  deturpate da mani  avide e irresponsabili.  
CONCLUSIONE:
La ringrazio
a nome di tutti i giornalisti nell’erba ( facenti capo al gruppo gNe di Bovino
-Foggia), a nome della mia scuola Media”Erodoto”di Corigliano Calabro e di
tutta la comunità calabrese per l’impegno assunto dal Comune in merito al  NO
trivellazioni e cordialmente la saluto.
                                                     
                                                                          Maria Teresa Piro

 
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